“Non so se capita anche a voi, ma a volte mi sento più una colf che una moglie. Oggi ho fatto l’albero di Natale in anticipo, come ogni anno. Avevo chiesto a Paolo e ai ragazzi di aiutarmi, niente di speciale, solo un’ora insieme, un po’ di musica, le lucine, l’atmosfera giusta per creare la magia del natale che a me piace particolarmente. Mi hanno detto tutti “dopo”. Dopo la partita, dopo la doccia, dopo il lavoro. Solo che quel “dopo” non arriva mai. Così ho iniziato da sola, come sempre. Quando hanno visto che l’albero era già finito, mi hanno pure preso in giro: “eh ma tu non sai aspettare”. Già, non so aspettare. Non so più aspettare attenzioni, gesti, presenze. È solo un albero, direte voi, ma non lo è. È la prova che quando qualcosa mi fa stare bene, devo farla da sola. Eppure io ci credo ancora, a certe piccole cose. A quel “insieme” che ormai sembra una parola da calendario dell’Avvento. Ma tranquilli, anche quest’anno l’albero è venuto bellissimo. Solo un po’ più vuoto del solito.”

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