“Buongiorno a tutti, mi chiamo Daniele e volevo raccontarvi la mia storia. Ho deciso di pubblicarla perché tante persone come me subiscono i comportamenti di persone che in pubblico sembrano sempre dei personaggi modello, che raccolgono complimenti di tutti, ma che hanno un lato oscuro che sfogano appena possono sui più deboli. 

Mio padre è sempre stato una persona molto burbera, dice pochissime parole e credo che questa conversazione sia praticamente la più lunga che io abbia mai intrapreso con lui ed è accaduta via WhatsApp perché non potevo parlare (capirete poi perché). Per lui un uomo è tale perché non parla: se c’è un problema lo si risolve con le proprie mani, se non lo può risolvere allora vuol dire che non è un problema e non vale la pena parlarne.

Io sono cresciuto così, pensando che siccome a me piacciono le parole ero sempre in qualche modo “sbagliato” ai suoi occhi e al suo giudizio. Nonostante tutto, ha acconsentito a farmi scegliere la mia carriera universitaria e mi ha appoggiato nella richiesta di borsa di studio, e questa cosa mi ha stupito, ma non ha mai detto una parola di incoraggiamento. Ho capito che avrebbe preferito un figlio robusto e in divisa, forse si aspetta che intraprenda la sua carriera più avanti, non lo so. Aggiungete il fatto che mio papà fa il poliziotto, e prima di lui mio nonno indossava la divisa e prima di lui ancora… avete capito no. Se non erano nell’esercito, i membri della mia famiglia erano poliziotti. 

Parlargli dei miei problemi era l’ultima delle possibilità. Ma è successo.”

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