“Io a Chiara le volevo pure bene. Cugine di secondo grado, ma cresciute insieme. Le vacanze a casa di nonna, le corse nei campi, le risate a tavola. Poi, boh. S’è accesa ‘sta mania del lusso, dei sogni instagrammabili, dei filtri pure sull’anima. Prima la laurea “a Londra”, che manco sa dire due frasi in inglese senza far ridere, poi il fidanzato che sembra uscito da un casting di Netflix, e adesso… il matrimonio in stile Bezos.
Oh, che già sta cosa mi faceva ridere così. Ma quando m’è arrivato il messaggio con scritto “sei tra le fortunate potenziali invitate”, e sotto la quota 300 euro, ho pensato che era uno scherzo di quelli con le telecamere. Invece no.
Io? Per andare al matrimonio de mia cugina, devo versare un contributo. Come se fosse un concerto privato dei Coldplay. E la cosa bella è che te lo dice pure con tono finto dolce: “per coprire gondola, finger food e atmosfera magica”. Ma quale magia, Chià? Quella di levare i soldi alla gente?
Mo lo dico: ho già visto troppe nozze in agriturismo piene d’amore sincero per farmi fregare da ‘sta favoletta deluxe. Mettimi pure tra gli “esclusi”, ma con dignità.”




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