“Ciao a tutti, sono Laura, recentemente sposata con un uomo che, sfortunatamente, è rimasto vedovo. Guido ha una figlia, Sara e sinceramente, a volte mi sento come se fossi in mezzo a un conflitto che non ho scelto, ma che mi tocca ogni giorno. Sono la “matrigna”, quella che per definizione dovrebbe essere sempre nel torto, secondo la visione classica. Quella che, agli occhi di mia figlia acquisita, ha rubato il posto di sua madre.

Sara ha 17 anni, e io sono nella sua vita da quando ne aveva dodici. Sua madre è mancata troppo presto, e io non ho mai, neanche per un secondo, pensato di poterla sostituire. Ma forse è questo il problema: non importa quanto mi sforzi, per Sara sarò sempre l’intrusa. Quella che ha osato riordinare i cassetti, cambiare la disposizione dei mobili, amare suo padre.

Ora, però, siamo arrivate a un punto di rottura. Una decisione necessaria – vendere la vecchia casa di famiglia – si è trasformata in una guerra. Per Sara, quella casa è l’ultimo legame con sua madre. Per me e suo padre, è un peso economico ed emotivo che non possiamo più permetterci. Ma come fai a spiegare a una ragazzina che a volte la vita ti costringe a lasciare andare le cose, anche quelle più care? Ma soprattutto, la domanda che mi tormenta: è possibile costruire un rapporto quando il passato è sempre lì, a dividerci?

Se avete figli, provate a mettervi nei miei piani per un attimo…Poi ditemi cosa avreste fatto voi.”

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