“Una mia cara amica ha regalato a sua figlia uno strano massaggiatore…
Mi chiamo Marco, sono psicologo e ogni tanto, oltre a pazienti e consulenze, ricevo messaggi da amici in preda all’ansia.
Fa parte del mestiere.
Ma stavolta… mi ha scritto Mara.
Mara è un’amica di vecchia data, madre affettuosa, precisa, molto attenta.
Mi ha contattato perché era preoccupata per la figlia ventenne, che da giorni dorme fino a tardi, salta l’università e la notte fa strani rumori in camera.
Già qui, confesso, avevo intuito che si sarebbe trattato di qualcosa di bizzarro.
Ma mai mi sarei aspettato che mi mandasse una foto sfocata di un oggetto trovato sul comodino della figlia.
Secondo lei era un massaggiatore cervicale.
Secondo me… no. La mia amica ha reagito abbastanza male e mi dispiace per lei. Ma io non ho nessuna colpa. La mia amica tratta sua figlia come una bambina, ma Giovannella non è più una bambina.
Vi lascio la nostra conversazione.
Perché certe volte, anche da psicologo, non trovi le parole.
Al massimo… trattieni le risate… e cerchi di dire con dolcezza cose da red zone.”




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