“Mio figlio vuole svendere la casa dove abito. Ma io qui ci vivo!!
Lo so che si deve fare spazio al nuovo. Lo so che noi vecchi ingombriamo, come quei vecchi mobili bombati e lucidi che amiamo. Lo so. Ma ancora però siamo qui. Non siamo ancora morti.
Mio figlio ha fretta di farsi una vita, di mordere l’esistenza e rubare al tempo tutto quello che si può prendere. Ma come può salirmi in testa e pulirsi le scarpe sui miei capelli? Come può non considerare questa casa come il luogo del mio cuore?
Io mi sento impotente. Mi sento come se do fastidio, come se la mia voce avesse le rughe pure lei e non riuscisse più a farsi notare come una volta. Mi sento debole e quasi invisibile. Come se a poco a poco stessi tramontando.
Siamo tramonti senza alba. Sonni senza risvegli. Inverni senza più primavere. Siamo solo vecchi.
Vi scrivo forse nell’illusione di avere ancora voce, forse perché penso che con la vostra voce posso riuscire a farmi sentire e a dire, urlare, che sono ancora viva”




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