“Mi ha scritto il mio ex, ghignando per la sentenza a favore di Johnny Depp. Volevo dire a tutte le donne di non mollare. Non dobbiamo avere paura che se denunciamo poi veniamo accusate di diffamazione.

La diffamazione non esiste se diciamo il vero. Donne, sorelle, madri, uniamoci in questo. Alcuni dei nostri uomini sono vittime di loro stessi. Hanno una mentalità distorta per cui non capiscono che picchiare una donna è un reato, è sbagliato, non è una cosa normale.

Io li chiamo ancora ‘nostri uomini’ nonostante tutto. Amavo mio marito. Quando ci siamo conosciuti mi sono innamorata di lui perché era sensibile e dolce. Poi con gli anni piano piano ha cominciato ad avere lo stesso comportamento di suo padre, come se fosse una malattia genetica latente che affiora con i sintomi.

Lui mi ha picchiata più volte, mi trattava con violenza e io non lo riconoscevo più. L’ho supplicato di andare dallo psicologo perché sentivo che aveva bisogno di elaborare qualcosa, che quella rabbia non dipendeva affatto da me, o da come mi comportavo, ma che era una cosa sua.

Poi ho dovuto lasciarlo, perché la cosa era diventata insostenibile e la sua gelosia era fuori controllo. Non sto qui a dirvi i dettagli.

Vi prego, donne, non mollate. Se qualcuno sbaglia, è giusto che paghi, è giusto che venga rieducato perché diventi una persona migliore, perché capisca il suo errore attraverso un percorso di riabilitazione.

Bisogna essere unite. Bisogna lottare per i nostri diritti, per avere un mondo migliore. Forse sono un’idealista, ma io credo che sia possibile migliorare le cose.”

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