“Ciao Spunte Blu e lettori, non so come altro dirlo, se non così: la chat relativa a questa particolare giornata della mia vita (di pochi giorni fa) riguarda uno dei momenti più bassi che ho mai toccato.

Quel giorno sembrava tutto normale. Mi sono svegliata, sono andata a pigiarmi come una sardina in mezzi pubblici maleodoranti cercando di ignorare come posso i corpi che ogni giorno ti si appiccicano addosso (e meno male che c’è ancora l’emergenza Covid), poi ho sentito Enrico “motivarci per l’azienda” e ho iniziato a fare chiamate per rompere le scatole e beccarmi insulti come ogni giorno. Io non ho trovato niente di meglio del call center, purtroppo, mentre invece Enrico, un boomer che ha iniziato questo lavoro perché aveva fallito ogni tentativo di avere un negozio proprio, è entusiasta di stare in un ufficio (immagino che ci sia gente della sua generazione che vede in questo tipo di impiego un grande traguardo); lui non è veramente un capo, è un manager come io sono una scrittrice perché ho scritto queste due righe, cioè niente, ma gode di ogni briciola di potere e soprattutto nel poterlo esercitare. Poi oggi ho ricevuto un messaggio che mi ha distrutta e a Enrico questo fatto ha dato fastidio. Notare il fantasioso sistema di retribuzione e l’arbitrarietà del contratto, ma immagino di non essere la sola a lottare con questa gentaglia.”

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