“Certe cose non dovrebbero nemmeno avere bisogno di essere spiegate. Tipo il fatto che invitare la tua ex a un matrimonio a cui partecipiamo come coppia… è quantomeno fuori luogo. Ma Paolo no. Paolo è uno di quelli che si fregia di essere “maturo”, “amico di tutti”, “superiore ai drammi”. Così, mentre io mi immaginavo una festa tranquilla con gli amici, mi ritrovo a sapere per caso che tra gli invitati c’è anche Chiara, la ragazza con cui è stato per anni. Quella che conosce ogni sua faccia, ogni suo silenzio. Lui e Chiara si sono lasciati ma son rimasti amici, hanno smesso di frequentarsi come tali quando lui si è messo con me, su mia richiesta, ma di tanto in tanto scappa il saluto o la chiacchiera. Quella che lui ha deciso di includere, senza dirmi niente. All’inizio pensavo fosse solo una leggerezza. Poi ho capito: non era disattenzione, era convinzione. La convinzione che io dovessi ingoiare, fare finta di niente, essere “comprensiva”, con la scusa che era una richiesta di Ale, lo sposo, nonchè suo migliore amico. A furia di fare finta, ho cominciato a non sentirmi più parte di niente. E così è iniziata questa conversazione. Non per vietare, ma per farmi valere. Perché il rispetto non si misura con chi inviti… ma con chi escludi dalle tue decisioni.”




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