“Stefania la conosco da poco meno di un anno. Da quello che ho capito, è una di quelle persone che gravitano attorno a un gruppo, tipo i satelliti. Quella che viene quando c’è da socializzare, ma non davvero. Sempre un po’ troppo presente e sempre con quel tono da “vi sto giudicando tutti in silenzio”.

Eravamo a pranzo, una di quelle uscite collettive con il gruppo del corso di illustrazione digitale. Gente simpatica, creativa, ognuno con i suoi casini ma tutto sommato easy.

E lei si è portata il figlio.

Niente di male eh, Edoardo ha tipo 13 anni, non è un neonato. Solo che, appena ci siamo seduti, ho sentito una frase tipo: “Edo, mi raccomando, niente lamentele per le patatine, sai che non puoi.”

L’ho ignorata. Come ignori certe frasi a caso nei pranzi di gruppo.

Poi ho ordinato il mio piatto.

E da lì… boh.

Il delirio.

Questa storia l’ho raccontata ad amici, colleghi, mia sorella. E tutti, TUTTI, alla fine dicevano la stessa cosa:

“Ti giuro che non ci credo.”

Ecco, per chi ancora pensa che certe paranoie siano esagerate, vi lascio questa perla.

Perché da una porzione di patatine si può scatenare l’inferno.”

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