“Scrivervi e mandarvi questi preziosi screen ha un che di catartico per me. Uno sfogo? Una liberazione? Non lo so con certezza, ma vi avverto, sono cose delicate, vi chiedo di dare il vostro parere, un consiglio magari, ma per favore non siate aggressivi. Non è qualcosa accaduto da troppo poco, ma è qualcosa che ancora brucia. E dire che stavo vivendo uno dei periodi più belli della mia vita: brillavo nel mio campo lavorativo e avevo trovato l’occasione della mia vita, un posto invidiabile che finalmente mi sistemava e anche molto bene. Insperato alla mia età, 26 anni. Era giunto il momento di lasciare casa dei miei finalmente: quella certamente sì una liberazione, dato anche che ormai loro due litigavano da mesi per motivi a me ignoti. Poi però la vita ha rivelato tutta la sua imprevedibilità: subito dopo che io mi sono trasferito mia madre ha deciso di partire per l’Africa, per viverci!! Così, apparentemente dal totale nulla. Ma la cosa terribile è che mia madre non c’è più, a causa di un problema fisico che si è aggravato mentre era lì. La storia che vi mando però accade mesi dopo, mentre facevo l’inventario di vecchi libri di mia madre che mi ero portato dalla casa dei nonni. Tra quei libri faccio una scoperta difficile da sostenere. Proprio in quel momento chiama mio padre, ma io ero in lacrime, non riuscivo a parlare, e ho chiuso la chiamata. Lui allora ha preferito scrivere:”

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