“Una professoressa di mia figlia mi ha scritto per chiedermi che taglia indossa. Mi ha fatto una richiesta assurda.

Non so come la prendereste voi. Per questo vi scrivo. È normale che una professoressa cerchi il mio numero, mi scriva e mi chieda la taglia di reggiseno di mia figlia?? Mi sembra già fino a qui una cosa depravata. Da maniaci. Ma la cosa non è finita qui. La conversazione disgustosa è continuata fino a chiedermi una cosa assurda.

Mia figlia ha un seno prosperoso. Non so da chi lo ha preso di preciso. Ovviamente è qualcosa di attaccato al suo corpo e non ci può fare niente se si vede. E io non mi permetterò mai di dirle che non può indossare una semplice maglietta con una scollatura. Non sto parlando di scollature inguinali, che arrivano sino all’ombelico, ma nemmeno può andare a scuola col lupetto. Quel seno si vede in ogni caso. Anzi. Mia figlia sta sempre curva proprio perché si vergogna e cerca di ripiegarsi per mostrarlo meno. Invece di stare col petto in fuori, si curva per questo. Se gli altri la guardano, il problema non è lei. Ma gli altri che devono imparare a non fissare, a rispettare le persone, a controllare i loro istinti.”

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