“Il mio ragazzo mi chiedeva di mandargli sempre le mie fatture a inizio mese, per capire quanto guadagnassi.

Ti diranno le cose peggiori, donna. Che sei vecchia, che non puoi decidere per la tua vita e nemmeno per il tuo corpo. Ti diranno che sei grassa, magra, eccessiva o troppo timida. Ti diranno le peggiori cose. Qualcuno ti metterà una mano sul sedere per strada mentre passeggi, mentre sei a scuola o a lavoro. Perché pensano che sei stupida, che sei lì solo per compiacerli e che ti piace compiacerli.

Il mio ragazzo mi chiedeva di mandargli le fatture. Ho una partita IVA e mese dopo mese gli ho mandato le mie fatture. Lui doveva fare dei calcoli, voleva sapere quanto guadagnavamo e quanto spendevamo. Mi sembrava giusto e mi sembrava anche una cosa carina per noi due, magari in vista di ufficializzare la nostra relazione con un matrimonio.

Poi, un giorno, ho capito. Ho capito di essere stata soltanto usata, ho capito che ero vista solo come una “donna” e quindi idiota e da controllare, per definizione. Ho capito che però al tempo stesso, per quanto fossi considerata idiota, dovevo portare a casa i soldi e tanti.
Un giorno, ho capito.
E l’indomani?
L’indomani sono stata meglio.”

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