“Oggi più che mai, il mondo accademico si trova a fronteggiare una sfida complessa: l’uso dell’intelligenza artificiale da parte degli studenti e delle studentesse. Non fraintendetemi, non sono contraria alla tecnologia, anzi. L’AI è uno strumento straordinario, capace di supportare la ricerca e l’innovazione, ma come ogni strumento va utilizzata con criterio. Il problema non è l’AI in sé, ma il modo in cui molti studenti e molte studentesse la vedono: non un supporto, bensì una scorciatoia per evitare il pensiero critico e il lavoro intellettuale. Sempre più spesso mi trovo davanti a tesi che sembrano assemblate senza alcuna logica, frutto di un copia-incolla indiscriminato e privo di reale comprensione. Che senso ha il mio lavoro, la mia integrità e l’intero valore del percorso accademico se uno studente arriva a tanto? Da alcuni mesi stavo seguendo questo studente per la sua tesi di laurea. Non è mai stato un genio, questo è certo, ma quando è arrivato a chiedermi l’approvazione della sua tesi, ha toccato un punto così basso da non è essere mai stato raggiunto da nessuno studente.”

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