“Sono Leonardo e sono un insegnante di pianoforte. Nel mio lavoro mi capita spesso di trovare degli allievi che sono negati, ma che si impegnano molto per avere dei risultati. Quando parlo con i loro genitori, tento sempre di addolcire la pillola e spiegare in modo gentile che non tutti sono nati per essere dei geni della musica.

 

Di solito i genitori sono di due tipi: quelli che iscrivono i loro figli perché capiscono che hanno una vera passione, o quelli che li forzano per compensare le loro aspettative. I primi, normalmente, sono ragionevoli e ci si può parlare. Mentre i secondi spesso sono cocciuti e continuano a iscrivere i loro figli anche se non sono interessati né capaci.

 

Stavolta ho trovato il peggior esempio della seconda categoria: quando ho provato a tastare il terreno per suggerire che forse il pianoforte non era l’hobby migliore per il figlio, il papà del ragazzo ha cominciato a mettere in dubbio le mie doti come insegnante, non mettendo invece minimamente in discussione le scarse doti musicali del figlio.

 

Io sono diplomatico, ma dopo un po’, davanti a dei veri e propri insulti, non ce l’ho più fatta e mi sono abbassato a livello del papà. Non credo che l’anno prossimo il figlio si iscriverà di nuovo!”

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