“Sono sempre stato un padre pronto ad aiutare. Non importa quante volte, non importa per cosa: se vedevo mia figlia in difficoltà, per me era naturale tendere una mano. È sempre stato così, fin da quando era piccola. Un gesto spontaneo, quasi un riflesso. Stavolta però, la mia buona fede mi ha messo in una posizione che non avrei mai immaginato.

Mia figlia ha comprato casa da poco e, com’è normale che sia, ha iniziato a scontrarsi con tutte quelle spese impreviste che saltano fuori quando ti butti in un progetto del genere. Mi ha parlato delle difficoltà, del peso economico, del fatto che non sapeva bene come muoversi. Io l’ho ascoltata e, senza che me lo chiedesse apertamente, ho deciso di intervenire. Non volevo che si sentisse sola, non volevo che cadesse sotto il peso dei debiti. Così, spinto solo dal desiderio di vederla serena, le ho fornito un aiuto concreto.

Da lì a poco, però, mi sono chiesto: quando sei padre, c’è un limite al tuo istinto di protezione? E soprattutto… è truffa se la parte interessata è tua figlia?”

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