“Buonasera spunte blu e lettori, sono Dario e mia madre è un fulgido esempio di come ci sia una certa mentalità ben instaurata nel nostro paese che riguarda il lavoro. Lei mi vuole bene, certe volte forse pure un po’ esagera con certe affermazioni, e a scadenze quasi regolari mi manda degli “inviti” espliciti a fare qualcosa nella vita che finalmente le dia la tranquillità di sapermi “sistemato”. Il problema, però, è che ad altrettante scadenze quasi regolari le devo spiegare che un lavoro io me lo sto creando; la parte più difficile (e diventa sempre più complesso farlo) è spiegarle di cosa si tratta. Io sono un social media assistant, lavoro autonomamente da casa mia come freelance, ma a lei viene il mal di test già a “media assistant”. Per lei, quello che faccio, è più o meno la stessa cosa di quando la aiuto quando “si è rotto internet nel cellulare”, mica è un lavoro, e mica faccio il tecnico che ripara internet, quindi no, non va bene. E poi questa partita IVA le mette ansia, e se poi non mi pagano? E se non trovo chi mi dà lavoro? Perché non faccio un concorso pubblico? Mezza Italia, ai suoi tempi, si è sistemata così, che ci vuole?”

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