“Buonasera a tutti amici di Spunte Blu, sono L. e vi scrivo per raccontarvi una piccola storiella che mi rende veramente orgogliosa. Leggo spesso dalle storie che nessuno denuncia i soprusi che subisce come estorsioni, ricatti, minacce e quant’altro. Ecco, io l’ho fatto e ho tutto qui sulla chat. Vi racconto in breve: allora, prima di Capodanno sono andata in tintoria, un piccolo esercizio che sta nel consorzio nel quale abito. Ho portato loro una felpa di mio figlio e un mio maglioncino, il più bello che ho e che non intendo lavare perché preferisco portarlo da chi ha gli strumenti giusti per pulire capi importanti. Risultato? Sulla felpa di mio figlio è rimasta la macchia, sul mio maglioncino no ma il collo è tutto sfilacciato, e prima non era così assolutamente. Io penso che quando un lavoro viene fatto male, è giusto che non si paghi la prestazione e, in questo caso, non solo non hanno risolto il problema, ma ne hanno creato un altro! Dovrebbe essere buonsenso del titolare nel dirmi che non vuole soldi da parte mia. Ho mandato mio figlio a prenderli e ha pagato senza aprire le buste che loro avevano in maniera scaltra sigillato così che non poteva aprili in negozio. In pratica, hanno ingannato un quindicenne. Ma quando mio figlio mi ha detto che mancava qualcosa nelle buste, allora lì hanno abbassato la cresta da come leggerete nella chat. Ma non mi sono fatta impietosire, anzi, ho agito e ora sono in un mucchio di guai.”




CONTINUA A LEGGERE QUESTA STORIA CLICCANDO QUI SOTTO SU “SUCCESSIVA”
Commenta con Facebook