“Ciao Spunte Blu, sono Rebecca.
Questa chat è la prova di quanto a volte si possa rimanere accecati da una persona.  Sei davvero convinta che sia come te, con una visione di mondo almeno un po’ simile… E invece no. Molto peggio.

Stavo con Andrea da più di due anni. Lui non lavorava, ma non mi sono mai fatta problemi: dicevo che prima o poi avrebbe trovato la sua strada, che bastava un po’ di tempo. E invece col tempo non ha trovato nulla, solo scuse. Gli ho mandato un annuncio di lavoro, uno come tanti, in una mensa scolastica. Niente di che, anzi, un’opportunità per iniziare.

Non mi aspettavo un grazie, ma nemmeno quello che è successo dopo.
Andrea ha iniziato a parlarmi come se lo avessi ferito nell’orgoglio, umiliato. Parte lasciando intendere che per lui certi lavori sono un po’ da poveracci, o comunque ceti sociali decisamente bassi e che lui “merita di più”. E fin qui, già male. Ma poi ha detto una cosa che non dimenticherò mai: ha detto che non voleva “finire come mio padre”, che è, e lo dico orgogliosamente, muratore.
Da lì è finita. Non tanto per le parole, ma per il disprezzo dietro di esse.
Io sono fiera dei miei genitori, della loro fatica e della loro dignità. E ho capito che chi non rispetta questo, non rispetterà mai nemmeno me.”

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