“Salve a tutti. Voglio condividere con voi una chat sconcertante (e il mio sconcerto pure voglio metterlo nel conto di ciò che voglio condividere). Io mi chiamo Isabella, ho 33 anni e ho un lavoro che amo in un ambito niente affatto facile da curare o mantenere. Lavoro, infatti, in un sito che si occupa di informazione. Non vi dirò quale, anche perché nemmeno lo conoscerete, non siamo famosi, anzi tutto il contrario, ma facciamo il nostro e posso ritenermi fortunata. Sia perché nel mio settore non è scontato riuscire a guadagnare, sia perché mi hanno presa in considerazione in una posizione di altissimo rilievo, che non è nemmeno scontato, ma soprattutto perché ho iniziato meno di un anno fa qui da loro. Insomma, tutto perfetto. Ma le cose non potevano essere normali a lungo.
Uno dei miei colleghi, Luca, poverino è uno che è un po’ il frontman del sito, nel senso che è quello che ci gestisce i social e si fa vedere di più su insta, e per questo capita che viene riconosciuto. Mica tanto eh, ripeto siamo un sito piccolo e non ci conosce nessuno, ma sicuro più di me che lavorando nel dietro le quinte capite bene. Risultato? È entrato a lavorare da noi una persona chiaramente disturbata che ci segue da un annetto, che sarebbe nostro fan e che ha ben pensato di dimostrare tutta la sua malattia mentale parlando con me e facendomi venire i brividi…”
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