“Non avrei mai immaginato che quella festa di compleanno, tre anni fa, avrebbe cambiato la mia vita. Luca era lì, appoggiato al bancone con un sorriso che sembrava uscito da un film. Io non volevo nemmeno andarci, ma le mie amiche avevano insistito. È bastato uno scambio di battute, un brindisi forzato e un ballo un po’ impacciato per sentire quella scintilla. Era divertente, gentile, sembrava vedere qualcosa in me che nemmeno io riuscivo a vedere. Abbiamo iniziato a frequentarci subito dopo. Lui mi faceva sentire speciale, unica. Mi regalava piccole attenzioni: un post-it sul frigorifero con un “sei stupenda”, il caffè portato a letto la domenica mattina, o semplicemente un abbraccio quando avevo avuto una giornata no. Poi, a causa del lavoro particolare che fa, e anche per il fatto che non stesse andando così bene, è diventato sempre più cupo ed enigmatico. L’altro giorno, scopro nelle sue tasche la chiave magnetica di un albergo, e certa che non ci avesse alloggiato con me, gli ho scritto immediatamente. Mi stava nascondendo qualcosa di grave e ho pensato al peggio.”




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