“Ciao Spunte Blu, vi mando una conversazione avvenuta recentemente con mia madre. Premessa: ho 27 anni, vivo da solo da un po’ nella casa che prima era dei miei, e sto cercando di sistemare casa nel mio stile. Ogni tanto faccio un po’ di ordine, togliendo oggetti che non mi piacciono e buttando quegli vecchi. Fin qui tutto normale, no? Il problema è che casa mia, secondo mia madre, non è solo un appartamento: è una specie di santuario della mia infanzia. Ogni oggetto ha una storia, li vede come delle reliquie. Capirete quindi che per lei cambiare una lampada o eliminare una vecchia cornice non è concepibile, ma anzi, è compiere un atto di alto tradimento. La conversazione che segue nasce da una cosa molto semplice: si è accorta che mancasse una sedia, una vecchia sedia. E da lì è partita una valanga di messaggi, ricordi, vezzeggiativi imbarazzanti e tentativi di farmi sentire il mostro dell’anno. Mia madre ha un talento raro nel mischiare il melodramma al senso di colpa, io ho cercato di resistere con calma e cinismo, ma come sempre, con lei, non è mai solo una questione di mobili. Vi lascio la chat, così potete giudicare voi: chi ha ragione?”

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