“Tante volte i miei andarono a casa sua per chiarire gli equivoci ma non erano mai contenti né lui né la sua famiglia…fraintendevano cose, insomma non era una cosa sana, non più.
A gennaio dello scorso anno mia zia fu ricoverata in clinica. Non aveva figli, solo 2 nipoti maschi (uno di loro era il mio papà) e nelle cliniche non possono star loro vicino alla malata dato che i reparti maschi e femmine sono separati. Mia mamma non poteva scendere a Napoli per starle vicino perché è insegnante, mio padre scese ma nn poteva quindi toccava a me star con lei. Lo feci con tutto l’amore del mondo, mi alternavo con la badante e la cognata di papà. Ricoprivo il turno dalle 14 alle 22 e sinceramente di uscire a fine serata nn mi andava poi tanto…
Il mio ragazzo non ci credeva che ero in clinica e anche sua mamma non ci credeva, pensava che non volessi a dare a casa loro per non affrontare le discussioni con lei. Alla fine però mia zia morì il 21 gennaio.
Dopo litigi vari tornai dai miei in umbria. E il 5 febbraio ci lasciammo dopo uno scambio di messaggi con sua mamma.”

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