“Non so più come andare avanti. Ogni giorno è una guerra, e l’unico campo di battaglia che conosco è l’aula scolastica. I ragazzi di oggi sono insopportabili, maleducati, sfacciati. Non hanno rispetto per l’autorità, per l’impegno che metto nell’insegnare. A volte mi chiedo se ne valga davvero la pena, ma poi penso che senza di me sarebbero persi. Non è colpa mia se devo essere dura: è l’unico modo per farli stare in riga. Certo, ogni tanto mi scappa una mano, ma cosa posso farci? Le parole non bastano più.
E poi c’è Rinaldo. Lui non capisce, non può capire. Passa le giornate a lamentarsi che non parliamo mai di altro, che non gli lascio spazio. Ma come potrei? La scuola mi assorbe completamente, ed è il mio dovere essere un’insegnante severa. Se i suoi argomenti sono meno importanti del mio lavoro, non è colpa mia. E quella storia della nostra vita sessuale? Ridicolo. Davvero pensa che io abbia tempo o voglia per certe cose, con tutto quello che devo sopportare?
Stamattina ci siamo scritti, e come al solito, mi stavo sfogando e lui come al solito comprensione zero. Forse stasera gliene dirò quattro. O forse no. Lui non sa cosa vuol dire avere una vera responsabilità. Chissà cosa ne penserete voi dopo aver letto tutto.”




CONTINUA A LEGGERE QUESTA STORIA CLICCANDO QUI SOTTO SU “SUCCESSIVA”
Commenta con Facebook