“Io sono un’insegnante, una professoressa delle medie. Sono molto giovane, ho terminato per tempo i miei studi e sono riuscita ad inseguire e raggiungere la mia passione, lavorando nel campo dell’insegnamento e ricoprendo questo ruolo.

Vorrei premettere che dietro ogni insegnante c’è un essere umano, però non bisogna mai confondere la professione, il ruolo che noi tutti siamo chiamati a ricoprire, con l’umanità. Mi spiego, questa mamma, di una mia alunna, mi ha esposto la “problematica familiare”: la perdita del marito per lei e del papà per la ragazzina. Qui entra in gioco l’umanità, l’insieme dei sentimenti che portano all’empatia, e non solo. Poi, dall’altra parte, c’è la professione e la professionalità. Ricopro un ruolo ben preciso, scendere a compromessi in quel modo, a mio avviso non sarebbe giusto. Esplicato il mio parere, vorrei chiedere a voi se per caso ho peccato di umanità o la mia decisione è stata scorretta. Io penso di essere stata sia umana sia professionale.

Comprendo la situazione delicata, ma noi insegnanti non ci facciamo mai carico di 1 solo ragazzo, ma di tanti altri che, moltiplicati nel tempo, sono davvero tanti. A voi le considerazioni.”

 

 

 

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