“Sono una maestra elementare e pensavo di averle viste tutte, finché non mi sono imbattuta in questo signore, padre di Tommaso, un mio alunno. Spesso sento dire che noi maestre prendiamo troppi soldi perché in concreto lavoriamo poche ore a settimana, siamo a casa tutta l’estate e altre argomentazioni così: fidatevi, per tutti i casi umani che ci dobbiamo sorbire (e non parlo di bambini, non mi permetterei mai, parlo solo di genitori e parenti e colleghi) veniamo pagate anche poco. Era una mattinata come un’altra e come sempre alcuni bimbi erano più vivace e/o agitati e alcuni più calmi, però dall’intervallo in poi ho notato che c’era qualcosa che non andava. Tutti si comportavano in modo strano, e c’era un insolito silenzio che puntualmente veniva interrotto da singoli urli o pianti. E quindi mi sono insospettita. Quando ho scoperto la verità e quindi quando ho scoperto cosa stesse facendo Tommaso, io ero veramente allibita e senza parole. Ho agito di conseguenza fermando il tutto, lo vedrete, e nel pomeriggio ho contattato il padre perché necessariamente dovevano essere presi dei provvedimenti. Non l’avessi mai fatto…”
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