“Ci ho messo anni a sentirmi bene con il mio corpo. Anni di insicurezze, di confronti, di specchi evitati e vestiti larghi messi apposta per non “dare nell’occhio”. Anni passati a pensare che mostrarsi significasse esporsi, e che esporsi volesse dire meritarsi un giudizio. Poi un giorno ho iniziato a guardarmi con occhi più gentili. I miei. Non quelli degli altri. Non è stato facile. Perché quando inizi ad accettarti davvero, arrivano puntuali quelli che ti chiedono di ridimensionarti. Di “non esagerare”, di “coprirti un po’ di più”, di “non dare l’idea sbagliata”. Come se il corpo di una donna dovesse sempre rispondere a un regolamento, mai al suo istinto. Ma nessuno ha il diritto di farci sentire sbagliate per un vestito corto, un costume, un selfie allo specchio. Soprattutto quando dietro a quello scatto c’è una conquista personale, non una richiesta di approvazione. Erano settimane, se non mesi, che qualcosa con il mio fidanzato si era spezzato, proprio per questo motivo. Io non volevo crederci, cercavo di non pensarci e andare avanti, ma poi è arrivato quel pomeriggio…e quella foto in costume.”

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