“Mi chiamo Sofia. Ho 18 anni. E fino a pochi giorni fa avevo una certezza: che non conoscere mio padre sarebbe stato meno doloroso che incontrarlo. Poi ho fatto una cosa che non pensavo avrei avuto il coraggio di fare: gli ho scritto. L’ho trovato, ho preso fiato… e gli ho scritto. Sapevo che sarebbe rimasto scioccato, confuso, magari arrabbiato. Non ero pronta alla sua risposta. O alla sua non-risposta. Alla sua chiusura totale. Al rifiuto. Non mi ha insultata ne bloccata, non ha negato. Ha solo… evitato. Eppure, mentre leggevo i suoi messaggi, qualcosa dentro di me spingeva a insistere.
Forse perché ho passato la vita immaginando il suono della sua voce.
O forse perché certe verità hanno bisogno di venire fuori, anche se fanno male. Ho scoperto cose che non mi aspettavo. E ne ho dette alcune che nemmeno io credevo sarei riuscita a scrivere. Questa è la nostra conversazione. E sì… sono stata io a cercarlo per prima.
Perché ogni figlia merita almeno una risposta. Anche solo in chat.”




CONTINUA A LEGGERE QUESTA STORIA CLICCANDO QUI SOTTO SU “SUCCESSIVA”
Commenta con Facebook