“Io e Antonio usciamo insieme solo da sei mesi, ma mi ha chiesto di ospitarlo per un po’ fino a che non avesse trovato una nuova casa. Facciamo entrambi il dottorato, e siamo tutti e due fuorisede, io però ho una casa tutta mia, mentre lui, invece, stava in una stanza di una casa in cui convivevano otto persone. Mi diceva spesso dei suoi problemi con i coinquilini: troppo sporchi, non buttavano la propria immondizia, non si lavavano e mangiavano perfino la sua roba senza permesso! Insomma, un vero schifo condividere casa con la gente sbagliata. Farlo venire da me sembrava una buona idea, mi poteva essere un buon “test” per collaudare una possibile futura convivenza, qualora le cose fossero andate avanti nel modo giusto. Le prime due settimane tutto bene: Antonio sbriga le sue faccende domestiche, è ordinato e mi lascia i miei spazi. Alla terza settimana di convivenza però noto delle cose strane. Queste “cose” vengono a galla nella conversazione che ho mandato qui su Spunteblu. A questo punto mi sto facendo un sacco di domande… e ammetto che non so proprio se sia il caso di andare avanti o meno con la nostra storia. Adesso è ancora una sciocchezza, ma in futuro, se le cose dovessero diventare più serie? Come si fa a ragionare in questo modo con la persona con cui si sta assieme? Dopotutto, io lo sto anche ospitando gratis, come è giusto che sia. Quindi un minimo di riconoscenza me lo aspettavo.”

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