“Ciao a tutti, mi chiamo Marina e la ragazza della conversazione si chiama Sofia. Siamo, anzi eravamo, molto amiche, amiche strette. Premetto che tutta la conversazione è rivolta anche alla comitiva che avevamo, quindi se parlo al plurale è per questo motivo, è come se fosse rivolto a tutti.

 

 

Detto questo, l’ultima volta che avevo sentito Sofia, e anche gli altri appunto, risale a un bel po di tempo fa e poi mi ha riscritto. Ci conosciamo da anni, davvero da un bel po di anni. Io ho sempre pensato che saremmo diventati una comitiva storica, di quelle che magari con gli anni si sarebbe anche persa un po di vista a causa dei vari lavori in altre città e poi si sarebbe incontrata.

 

 

La sensazione, però, sarebbe stata sempre quella, come se non ci fossimo mai lasciati. Perché penso che queste sono le comitive, le vere comitive, quelle che si basano sull’affetto non di certo sull’approfittarsi di un membro del gruppo.

 

 

E la cosa che più mi dà fastidio e che mi fa rabbia è che non siamo dei bambini, siamo oramai nel mondo degli adulti e io davvero non avrei mai immaginato il motivo per cui la comitiva stava in piedi, e soprattutto il mio ruolo al suo interno.

 

 

Fa male, davvero male scoprire una cosa del genere. Però, se anche voi vi trovate in una situazione come la mia, alzate la testa perché persone così è meglio perderle che trovarle.”

 

 

 

 

 

 

 

 

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