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“… Dopo essere tornato a casa da lavoro non ho più trovato mio figlio in casa… Ero solito trovarlo in mutande a giocare alla play o svaccato sul divano a poltrire, mi faceva arrabbiare come cosa che non dava mai una svolta alla sua vita (ma non gliel’ho mai detto per il bene che gli voglio), ma quell’abitudine sin da subito è diventata una voragine… 

 

Era andato a vivere dalla ragazza e dai suoi genitori, io mi sentivo male, mi sentivo la causa di un qualcosa che non riuscivo a vedere, che non riuscivo a spiegarmi. Il giorno dopo aver scoperto che aveva fatto le valigie mi ha riscritto, ovviamente ho esplicitato il mio dolore, ma lui, come un lobotomizzato continuava ad essere contento per le sue scelte.

 

 Questa volta però doveva darmi una novella, una novella che io non ho preso benissimo per via di tutte le difficoltà che comportava e per via della situazione corrente.”

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