“Non capisco perché tutti mi debbano giudicare.

Chiedo un vestito per la laurea e sembra che io stia domandando la luna.

Ma la laurea non è un giorno qualsiasi: è IL giorno. Quello in cui ti fotografano da tutte le angolazioni, quello che resta appeso nelle cornici, che finisce su Facebook, che ti rimane addosso per anni.

Io non voglio sembrare una pezzente nelle foto. È così difficile da capire?

Mio fratello non capisce. Dice che sono superficiale, che “un vestito non è importante”. Certo, facile parlare per lui, che non ha mai dovuto preoccuparsi di piacere, che ha sempre avuto la strada spianata. Io, invece, sono sempre stata quella che doveva dimostrare di essere all’altezza.

E allora sì, rivendico il mio diritto a non accontentarmi. Non ho studiato, pianto, fatto notti insonni per poi presentarmi con un vestito da mercatino.

Un vestito bello non è un capriccio: è rispetto per me stessa.

E se mio fratello non vuole aiutarmi, significa solo una cosa: che non tiene davvero a me.

Perché i soldi vanno e vengono, ma la figura che fai quel giorno resta per sempre.”

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