“Ho perso la mia compagna per un incidente in moto. Lei era la mia spalla, la mia colonna portante, la mia più cara amica, la mia compagna di allenamento, la mia amante. Si dice sempre così di chi muore prematuramente. Lo so: era una splendida persona e bla bla, quanto era brava bla bla.
Sabrina non era una persona perfetta, anzi. Sapeva anche essere una vera stronza. Si incazzava come una bestia se passavo quando il pavimento era ancora bagnato dopo che l’aveva lavato. Se mangiavamo minestra, mi urlava come una ossessa se succhiavo il brodo e facevo rumore. Insomma, era facilmente irascibile. Però anche era sempre presente. Non mi ha mai abbandonato, mai. Mi dava forza, con la sua allegria, il suo casino… era un fuoco d’artificio.
Non voglio che il dolore cancelli le infinite sfumature che ho di lei. Ci tengo a tenermi tutti i ricordi. Come se fosse ancora viva, ancora qui con me.
Accettare la sua scomparsa non è stato facile. Ma c’è un trucco per noi poveri superstiti. Conoscete il “Telefono del vento”? È una speciale cabina telefonica che consente di parlare con i morti. Vi invio la chat di un po’ di tempo fa. È una conversazione con mia sorella. È lei che me lha fatta conoscere. Da allora ho imparato che se ne sentiamo il bisogno, possiamo parlare sempre con chi amiamo, anche se non c’è più.”


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