“La mia amica mi ha messo al tavolo dei diversi per il suo matrimonio. Io scioccata.
Non sapevo che esistesse questa abitudine di creare un tavolo dei diversi ai matrimoni. Mi sento già proprio come esistenza mia una reietta, una sorta di renegade meno figa, e quindi quasi nemmeno ci faccio caso che mi ha messo in questo tavolo dei casi umani a livello gastrico. Se mi avesse messo nel tavolo dei normali mi sarei sentita a disagio. Ma c’è un limite… non solo mi ha messo nel tavolo dei diversi, ma anche mi ha fatto un’altra angheria. Non so se vederla così.
Lei si sposa con il suo ragazzo storico. Sono una di quelle coppie di ferro, che sembra che Dio li fa e poi li accoppia. Sono uguali in tutto. Si assomigliano pure. E hanno le stesse idee assurde. Mi sembrano due tipi pericolosi a volte, perché il loro essere un circolo chiuso fatto di due persone li rende prigionieri delle loro stesse idee che si rimpallano di continuo in una specie di gioco elettronico anni ottanta. In mezzo a questo delirio ci sono io che non sono esattamente la più mentalmente stabile della cucciolata.”
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