“Primo appuntamento con lei. Io sotto casa sua in macchina. Aspetto, aspetto, aspetto. No, non l’ho digerita.

Conosco sta tizia all’università. Bella, simpatica, allegra. Ok, la invito a uscire a cena. 19,30 ci vediamo sotto casa tua. Certo, certo, dice lei tutta in brodo di giuggiole (ma che so ste giuggiole??).

Mi preparo due ore prima. Mi faccio la doccia. Ho voluto fare lo splendido e mi lavo pure tra le dita dei piedi (cosa che faccio raramente). Ho dato una bella lavata al pise** che insomma magari… alle donne piace profumato (cosa che ho imparato a mie spese purtroppo).

Mi regolo la barba. Taglio i baffi che mi stanno coprendo le labbra, dovesse scapparci un bacio, voglio che sia io a baciarla e non i miei peli. Faccio due cambi e alla fine scelgo jeans e camicia azzurra e giacca. Non si sbaglia mai così. penso sia una serata carina, siamo a cena, insomma non ci vado in tuta.

Arrivo pieno di aspettative, pieno di sogni, e lei??

Io sono un signore, sono un principe, sono un galantuomo.

Ma non devi approfittarti di me. Per me non esiste.
Non esiste qualcuno che possa ritenersi superiore a me.”

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