“Quando penso al compleanno di Elena, mi viene ancora una fitta allo stomaco. Non perché sia successo qualcosa di terribile, ma perché è incredibile come un gesto fatto col cuore possa essere trasformato in un’arma contro di te.

Io ed Elena siamo amiche da anni.

O almeno… io pensavo lo fossimo.

Siamo cresciute insieme, abbiamo condiviso cose che non ho mai raccontato a nessun altro. Quando è stata male l’ho accompagnata alle visite, l’ho aiutata a traslocare, le ho fatto regali anche quando non avevo un euro in tasca. In certi momenti mi sembrava quasi una sorella.

Poi si è messa con quello snob di Dario ed è cambiata da così a così.

Quest’anno per il suo compleanno avevo voluto fare una cosa semplice ma pensata.. Non era costoso, vero. Ma ci ho messo cura, tempo, attenzione.

La sera della festa era andata bene: risate, prosecco, musica bassa. Lei era al centro, come sempre. Io ero contenta per lei. Ero convinta fosse uno di quei giorni che rinsaldano le amicizie.

Poi il giorno dopo mi è arrivato quel messaggio.

Non “grazie”, non “che bello averti vista”.

No.

Una lista di accuse, umiliazioni, di parole pesanti che mi hanno lasciata gelare.

E lì ho capito che il mio regalo non era il problema.

Era lei.”

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