“Ho scoperto il profilo secondario di Davide perché, ironicamente, stavo usando il mio.
Sì, anche io ho un profilo fake: non per spiare lui, ma per scrollare senza giudizio, seguire influencer che mi fanno schifo e godermi le storie in santa pace.
Poi una sera, sotto un post di una certa “Carla”, vedo un commento:
“Sempre più in forma .
Lo riconosco. La foto profilo è una moto.
Il nome utente è uno di quei nickname da tredicenne represso.
Clicco.
Ed eccolo lì: il mio fidanzato, Davide, in versione alternativa.
Selfie in palestra o molto spinti. Commenti sdolcinati. DM. Like su culi a raffica.

Quando gli ho scritto, ha provato a negare. Poi a minimizzare.
Dice che è “solo un modo per staccare”, che “non c’è niente di male se non ci tocchi”.
Ma io non riesco a non sentirmi tradita.
Perché se cerchi qualcun’altra, anche solo per giocare, vuol dire che io non ti basto più.”

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