“Ragazzi ciao, sono Michele, normale ed educato ragazzo di 18 anni. Sono stato accusato di razzismo, di maleducazione, di essere sostanzialmente una cattiva persona da questo ragazzo che è mio amico che si chiama Penny. In realtà è straniero, quindi ha un nome tipo impronunciabile, neanche più si sa il suo vero nome, poi l’abbiamo soprannominato dalla prima liceo come Pennello perché portava sempre i capelli a spina e dato che era troppo lungo, l’abbiamo accorciato ancora di più e l’abbiamo chiamato Penny.
Allora, quando mi ha scritto è stato lo stesso giorno in cui la mattina ho incontrato la nonna sul bus, mentre tornavo dalla partita, sono salito sul solito e poi è salita anche la nonna di Penny. Io sono sempre stato molto educato e ho sempre fatto sedere le nonnine, poi anche le donne incinta oppure le belle donzelle (ahahahah), ma quel giorno ero davvero troppo stanco e ho deciso di non alzarmi (SOTTOLINEO CHE L’HO FATTO NON PERCHÉ È DI COLORE).
Insomma Penny mi ha fatto la ramanzina come se avessi fatto chissà cosa ma alla fine ho innanzitutto fatto il mio dovere di avere un biglietto e obliterarlo, del resto non deve teoricamente importarmi nulla e praticamente anche in questo caso in cui ho cercato di non farmi riconoscere dato che non mi sono alzato, ma non ci sono riuscito.”

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