“Non so voi, ma io sono stufa di sentir dire che i giovani non vogliono lavorare. La verità è che spesso il mondo del lavoro non offre opportunità reali, ma condizioni umilianti travestite da occasioni imperdibili. Ci dicono che dobbiamo “metterci in gioco”, accettare sacrifici, essere flessibili. Ma fino a che punto? L’idea che dobbiamo accettare qualsiasi cosa, purché sia un lavoro, è tossica. Non è questione di “non voler fare fatica”. Il problema è che troppo spesso ci chiedono di rinunciare al rispetto, di piegarci a richieste che nulla hanno a che fare con la professionalità. E se osi rifiutarti, ti etichettano come pigro o viziato. Io non credo che voler essere trattati con dignità sia un capriccio. Non accettare di essere sfruttati non significa essere choosy, ma avere chiaro il proprio valore. Certo, riconosco che non tutti hanno la possibilità di dire no, e questa è una delle ingiustizie più grandi. Ma è proprio questo il punto: il problema non è chi rifiuta di abbassarsi a certe condizioni, spesso anche a stipendi ridicoli, ma chi è in posizione di potere e pensa di poter fare tutto ciò che vuole. Ho fatto tanti colloqui ma quello dell’altro giorno è stato il peggiore della mia vita.”

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