“Mi chiamo Martina, e lavoro in un’azienda piccola, siamo pochi dipendenti e non dico altro perché non voglio che capisca chi siamo, so che la pagina è molto letta.

Premessa: sono stata in maternità a lungo, e poi per problemi di salute del mio ultimo figlio ho tardato a rientrare. Ma quando l’ho fatto ho avuto modo di conoscere Luana, la nuova collega che era stata assunta per potenziare l’organico… scusate se lo dico, ma è una donna davvero antipatica. Dovete capirmi, sono una madre di tre figli e, francamente, non ho tempo per le scuse. Gestire una famiglia numerosa richiede organizzazione, sacrificio e una buona dose di resistenza. Luana invece non ha una famiglia a carico, non ha tutte queste preoccupazioni, e non mi sembra nemmeno stia così male. Eppure spesso si sta assentando per visite e cose del genere, mettendo me, che ho figli a cui pensare, in una situazione difficile.

Esami del sangue, visite mediche… davvero? Mi sembra solo un modo per assentarsi dal lavoro. Mentre io corro tutto il giorno tra lavoro, scuola dei bambini e impegni familiari, Luana può permettersi di prendersi una giornata libera perché si sente triste? Non fraintendetemi, capisco che la salute sia importante, ma c’è un limite a tutto. Se io riesco a gestire tre figli e un lavoro a tempo pieno, perché lei non può fare lo stesso? E indovinate a chi dà ragione il capo! Siamo un paese che non aiuta le madri…”

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