“Ci sono messaggi che ti cambiano la giornata, e altri che ti cambiano la vita. Il suo è stato uno di quelli. Era partito dicendo che sarebbe stato via per poco, giusto il tempo di una riunione, e io mi ero fidata. Poi quelle parole secche, impossibili da confondere: “Non torno”. Credevo fosse uno scherzo, invece era già tutto deciso. Piani presi da solo, senza di me, come se io fossi una comparsa da trascinare a fine spettacolo. Ogni frase apriva un nuovo capitolo che non avevo scelto: decisioni improvvise, certezze spazzate via, condizioni messe sul tavolo come se l’amore potesse funzionare a colpi di ultimatum.
A me restava soltanto la parte più scomoda: accettare in silenzio o ribellarmi. La cosa più difficile non è stata scoprire ciò che aveva fatto, ma rendermi conto di come cercasse di rigirarmi la colpa, come se fossi io quella sbagliata, troppo attaccata a ciò che conta davvero. È lì che ho capito: c’era un prezzo da pagare, ma non ero disposta a farlo più per lui, dato che lui non l’avrebbe pagato per me.”



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