“Il vero problema non è il mio medico di base. È il sistema. Il punto è che in Italia puoi avere 40 di febbre, non riuscire a respirare, e sentirti dire dal tuo medico di base: “Ci vediamo tra due settimane”. Non perché sia cattivo, o forse anche. Ma perché il sistema lo ha trasformato in un parafulmine di un’organizzazione che non regge più. Hai bisogno di un certificato urgente? Devi chiamare 28 volte, sperando che il telefono non sia staccato. Hai bisogno di essere visitato? Devi prenotare con l’anticipo con cui normalmente si organizza un matrimonio. E se peggiori? Ti dicono di andare alla Guardia Medica. Che però è aperta solo in certi orari, in certe zone, con file di 3 ore. Il pronto soccorso, poi, è diventato la soluzione per qualsiasi cosa, dal taglio col coltello al dolore toracico. Perché il territorio non funziona. Ero veramente messo male, mi sentivo male come non mai e avevo davvero bisogno di aiuto, ma già sapevo a cosa sarei andato incontro. Non potevo stare zitto, non stavolta, dovevo farmi carico della voce del popolo, perché tutti sono dalla mia parte, e mettere fine a tutto questo.”




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