“Ciao a tutti. Mi chiamo Antonio, lavoro per un’azienda che è meglio non nominare in questa sede perché scommetto che ci avete tutti avuto a che fare. Il problema è il mio capo diretto, Bruno, anzi, non era poi così male finché non ha iniziato a blaterare di “lavoro di squadra” in modi ridicoli perché frequentava questi corsi di psicologia del marketing con tecniche di meditazione che servivano per lo più a spillare soldi all’azienda. Poi, a questo bel quadretto, si è unita la nuova comparsa, Miriam, una bella ragazza che sembrava educata direttamente dagli squali: quando entrava a lavoro non salutava nessuno tranne il capo, stabilendo ben presto altre regole gerarchiche e tensioni annesse. Mattia, il capo di tutta la baracca, non era a conoscenza dell’operato di Bruno. Neanche io avrei avuto uno straccio di prova oltre qualche chiacchiera di corridoio, se non fosse stato per il fatto che ho dovuto ridimensionare le mie vacanze per coprire l’adorata Miriam e Bruno, e dover accedere alle postazioni altrui… ma la cosa che mi ha fatto davvero uscire dalla grazia del Signore è che ho scoperto che un certo possibile cambio di contratto, con prospettive molto allettanti, che doveva essere mio di diritto da quando sono entrato, mi poteva essere scippato da sotto al naso. L’Italia è il paese dei furbi, fa schifo che la meritocrazia non esista; quindi, cosa fai quando hai l’occasione di toglierti un sassolino dalla scarpa? Quello che ho fatto io.”

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