“Io non sono cattiva, sono coerente.

Abbiamo fatto un regalo importante — io e il mio compagno — come si fa tra amici, per festeggiare un matrimonio. Perché credevamo nell’amore, nel progetto, in quel giorno perfetto che lei ha voluto curare nei minimi dettagli, fino alla palette dei fiori.

Poi, puff, due anni dopo, tutto svanito.

E allora mi chiedo: perché dobbiamo essere noi a perdere 300 euro per una festa che non ha portato a nulla? Perché i regali devono valere anche quando la cosa per cui sono stati fatti non esiste più?

Non è una questione di soldi. È una questione di rispetto. Di principio.
Mi sembra giusto chiudere il cerchio, senza ipocrisie.

Mi ha detto che è un brutto momento. E io capisco.
Ma proprio perché è un momento difficile, meglio mettere ordine. Togliere anche quei fili sottili che ti tengono legata a qualcosa che non c’è più.

Non voglio farle del male. Ma non voglio nemmeno fare la parte della scema generosa.

Il bonifico l’ho già precompilato.
Poi, se vuole, può anche bloccarmi.

Almeno così sarà davvero tutto chiuso.”

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