“Ci sono famiglie che si vogliono bene, e poi ci sono famiglie che fanno i conti.

La mia fa entrambe le cose, ma non nello stesso momento.

Sono cresciuta con l’idea che “i soldi non sono importanti”, purché li avessi io.

Mio fratello, invece, era quello da proteggere: “ha i bambini”, “ha il mutuo”, “lavora tanto”.

Io no. Io ho solo “una carriera”, e quindi, per mia madre, non mi manca nulla.

Quando le fa comodo, ovvio.

Sabato abbiamo fatto una cena “di famiglia”.

Io, loro e il solito teatrino di battute, paragoni e sorrisi forzati.

Alla fine, quando nessuno si muoveva, ho pagato io.

Pensavo fosse una formalità, come sempre: poi avremmo diviso.

La mattina dopo ho scritto a mamma, tranquilla, chiedendo solo la loro parte.

E da lì è iniziato tutto.

Non è mai una questione di soldi, lo so.

È una questione di rispetto, di ruoli, di abitudini che si trascinano da anni.

E ogni volta che cerco di metterle in discussione, divento “quella egoista”

Questa è la storia di come una cena da 182 euro mi ha ricordato quanto possa costare sentirsi di troppo.”

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