“Sapete qual è la cosa peggiore di tutto questo? Non lei. Non il fatto che mi ha pugnalato alle spalle. Nemmeno il fatto che siamo arrivate a sabotarci a vicenda come due concorrenti di un reality. La cosa peggiore è che il sistema ci costringe a comportarci così. Anni di precariato, di contratti rinnovati ogni settembre senza certezze, di stipendi da fame mentre facciamo lo stesso lavoro di chi è in ruolo. Costretti a vivere con l’ansia, a chiederci se il prossimo anno avremo ancora un lavoro, se potremo pagare tutte le varie spese o se dovremo ricominciare da capo, magari in un’altra città. Ed è così che da colleghe diventiamo nemiche. Perché i posti sono pochi, e se ne prende uno solo. O vinci, o resti nell’inferno dell’instabilità. Vi siete mai chiesti cosa saremmo diventati in un sistema giusto? Forse tutti amici, forse tutti colleghi che si aiutano a vicenda. Ma così non è andata. In ogni caso, non giustifico lei, questo mai. Nella nostra azienda ci sono stati dei tagli ed è stato organizzato un concorso interno, con valutazione dei titoli, prova scritta e orale, per affidare l’unico posto rimasto a tempo indeterminato.”

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