“Ci sono cose che non si dicono. Non perché siano segreti, ma perché si danno per scontate. Come il fatto che se lavoriamo insieme, e io passo le sere a chiudere un report mentre tu fai il simpatico in chat con il capo, almeno alla fine, davanti a tutti, mi riconosci il lavoro. Non chiedo medaglie, ma nemmeno di essere trattato come uno che “dà una mano”.
Questa chat è nata da un fastidio che ho provato durante una riunione, ma che in realtà covavo da tempo. Mi sono stufato di vedere gente che si prende meriti, mentre io resto lì a farmi andare bene tutto. Quello che non mi aspettavo, però, è che dietro ci fosse dell’altro. Che a mettermi in ombra non fosse solo il mio collega, ma anche qualcun altro.
A volte chi ti danneggia non è quello che parla troppo. È quello che sussurra nel momento giusto. E stavolta ho deciso che stare zitto non era più un’opzione.”

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