“Ciao a tutti, sono il papà di una ragazza ormai maggiorenne, e posso dire con orgoglio di aver sempre avuto un bel rapporto con mia figlia. So che crescere un’adolescente non è mai semplice: la ribellione, la voglia di esplorare il mondo, di sfidare i limiti. Eppure, credo di essere riuscito, in qualche modo, a “domare” quella fase tanto turbolenta, costruendo insieme a lei un legame basato su fiducia e comprensione.
Fin da quando ha iniziato a uscire da sola, le ho detto che non sarebbe mai stata giudicata per le sue scelte, ma che avrei sempre preferito che mi parlasse apertamente di ogni situazione, anche la più difficile. Per aiutarla a sentirsi libera di raccontarmi qualsiasi cosa, abbiamo sviluppato un piccolo trucco, una specie di codice personale. In pratica, se mai si fosse trovata in una situazione sbagliata o scomoda, le sarebbe bastato mandarmi un messaggio con una semplice frase in codice, concordata tra di noi, e io sarei andato a prenderla senza fare domande, senza esprimere giudizi. Era il nostro modo per farle sentire che aveva sempre una via di fuga sicura, senza temere conseguenze.
Questo sistema ha funzionato a meraviglia. Non l’ho mai vista esitare nel chiamarmi, nemmeno in quelle notti in cui arrivavo stanco dal lavoro e mi addormentavo sul divano. Lei sapeva che, se avesse avuto bisogno di me, sarei stato lì, senza indagare né fare troppe domande.
Cari genitori, fate sempre attenzione. Avere un figlio adolescente significa essere presenti anche quando sembra che non ci ascoltino. La fiducia si costruisce passo dopo passo, senza forzature. Il motivo per cui scrivo è proprio perché voglio mettervi in guardia: non basta solo dire ai nostri figli che possono contare su di noi, dobbiamo dar loro degli strumenti concreti per sentirsi sicuri, anche quando non ci siamo.
Spero che questa storia possa essere di ispirazione per altri genitori. Ognuno dovrebbe trovare il proprio “codice personale”, un modo unico per stabilire una comunicazione vera e sincera con i propri figli. E mi auguro che, come nel mio caso, possa fare davvero la differenza.”
CONTINUA A LEGGERE QUESTA STORIA CLICCANDO QUI SOTTO SU “SUCCESSIVA”
Commenta con Facebook