“Quando hai un amico come Matteo, la tua vita non è mai noiosa. È il classico tipo che trasforma ogni piccola notizia in un segnale dell’apocalisse. Un missile lanciato a caso? Guerra mondiale imminente. Un blackout di 10 minuti? Invasione aliena. Un temporale più forte del solito? Zombie. Insomma, la sua mente è un mix perfetto tra The Walking Dead, Mad Max e un documentario su Doomsday Preppers.
Ora, io gli voglio bene, davvero. Matteo è uno di quei pochi amici che, se chiami alle 3 di notte per dirgli che hai bucato una gomma, arriva con una ruota di scorta e un thermos di caffè. Ma allo stesso tempo, è anche quello che si presenta in casa tua con uno zaino tattico “essenziale” per sopravvivere due anni nei boschi, convinto che dovresti averne uno anche tu.
Da un po’ di tempo ha questa fissa del bunker. E non un bunker qualsiasi, no, parliamo di un’intero box acquistato e trasformato in rifugio anti-apocalisse, completa di scorte di cibo, filtri per l’acqua e – giuro – un generatore a manovella. Matteo non scherza.
Io però non riesco a prenderlo sul serio. Non fraintendetemi, lo ammiro per la dedizione, ma è anche uno spasso vederlo parlare con estrema convinzione di piani di fuga e “strategie anti-zombie”. È un misto di follia e tenerezza, e per quanto lo prenda in giro, in fondo so che la sua è una forma particolare di voler essere utile. Forse un po’ svitato, sì, ma Matteo è Matteo. E in un mondo che va a rotoli, è bello sapere che qualcuno sta già pensando a come salvarci tutti… o almeno a sé stesso.”
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