“Ci sono cose che sembrano innocue. Una copertina colorata, qualche frase appuntata a penna, una pagina scritta di getto nei ritagli di tempo. Cose che fanno bene a chi le scrive, ma che possono fare male a chi le legge. La mia agenda era lì, nel cassetto. Non nascosta, ma nemmeno in bella vista. Qualcuno ha deciso di aprirla. Di leggerla. Si tratta del mio compagno, Stefano. E ha trovato i miei “momenti belli”. Non erano segreti. Erano miei. Non c’erano nomi. Non c’erano storie. Solo sensazioni: un pomeriggio di pioggia, il profumo del bucato, un tè caldo mentre fuori fa freddo. Eppure bastato questo per far partire una tempesta. Certe persone si aspettano di trovarsi sempre al centro del tuo mondo. Se non lo scrivi nero su bianco, pensano di non esserci affatto. Non conoscevo questo suo lato emotivo. Io ho provato a spiegare. A dire che le cose belle sono anche le più semplici. Ma non è bastato. Lui ha lasciato un post-it. Poi ha smesso di rispondere. E non è più tornato a casa.”

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